Lo chiamano “Kate Effect”, l’effetto Kate. E non è cosa da poco, se già esiste una pagina a tema su Wikipedia. Il fenomeno è semplice: qualunque cosa la Duchessa di Cambridge indossi/compri/scelga o, banalmente, ammiri in una vetrina, registra immediatamente il tutto esaurito. Qualche segnale, in fondo, bisognava coglierlo già nel 2010 se l’abito blu di Issa London scelto per annunciare il fidanzamento con William è stato introvabile per mesi. Si potrebbero, però, fare mille altri esempi, a cominciare dalle scarpe “Sledge” di LK Bennett fino alle ceste di Mosé per neonati (è bastato che la futura regina venisse paparazzata fuori da un negozio con una culla di paglia, per far crescere del 57 per cento le vendite del prodotto nella catena di supermercati Asda).
L’ultimo a godere del Kate Effect è Seraphine, maternity brand molto diffuso in Inghilterra. Vende abiti e accessori dedicati alle future mamme, sia a Londra – in 4 boutique – che online in 30 Paesi. Vestiti decisamente lowcost – il prezzo medio si aggira intorno alle 40 sterline – che la futura regina ha mostrato di apprezzare particolarmente, se è vero che ne ha comprato ben 12 modelli. Il primo, Brooke, è stato acquistato dalla duchessa lo scorso marzo per 39 sterline e nel giro di pochi giorni ha registrato un +400% delle vendite.
Non solo. Secondo quanto raccontato da Cecile Reinaud, fondatrice del marchio, le vendite di Seraphine negli ultimi tre mesi sono cresciute del 40%. Un successo non da poco, che ha convinto il brand a lanciare una campagna marketing sui bus di Londra con la scritta “Is it a girl? Is it a boy?”. L’indovinello gioca sul sesso, ancora ignoto, del Royal Baby – è una femmina o un maschio? –e invita allo stesso tempo gli utenti a partecipare a un concorso online. Si indovina il nome del futuro erede al trono e si vincono 1000 sterline. Da spendere sul sito di Seraphine, of course.